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Dans la dimension « liquide » du contexte culturel contemporain, la frontière entre le vrai et le fictif devient de plus en plus nuancée et perméable. Histoire et littérature tendent à se rapprocher et à se confondre; romans et séries-télé semblent promouvoir un usage de l’histoire fondé plus sur l’identification que sur les activités complexes de documentation, d’analyse, d’interprétation.Comment et pourquoi cette tendance s’est-elle développée? Est-il possible, dans le contexte actuel, de parler de l’histoire comme d’une discipline « démocratique » et de la fiction comme d’un produit « autoritaire »?Un court essai du côté de l’histoire, qui s’adresse aussi aux non-historiens. Une réflexion d’actualité, qui s’interroge sur les modalités contemporaines de lecture, d’usage et d’enseignement de l’histoire. Pour nous aider « dans la tâche de donner un sens au passé – et au présent, pour proposer des formes de divulgation qui ne nient pas la complexité de la réalité et qui ne banalisent pas les explications. Pour reconnecter l’étude et l’enseignement de l’histoire à la passion civique, à la politique dans le sens le plus ancien et fondamental du mot. ************************************Nella dimensione “liquida” del contesto culturale contemporaneo, la frontiera tra vero e finto sta diventando sempre più sfumata e permeabile. Storia e letteratura tendono ad avvicinarsi e a confondersi; romanzi e serie televisive sembrano promuovere una fruizione della storia basata sull’immedesimazione, piuttosto che sulle più complesse attività di documentazione, analisi, interpretazione.Come e perché si è sviluppata questa tendenza? Si tratta di un processo irreversibile? È possibile parlare di una potenziale democraticità della storia e di un tendenziale autoritarismo della fiction? Un breve saggio dalla parte della storia, che si rivolge anche a chi storico non è. Una riflessione di grande attualità (si pensi al recente dibattito sul film Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana) che si interroga sulle modalità contemporanee di lettura, fruizione e insegnamento di questa disciplina. Per aiutarci “nell’impresa di dare senso al passato – e al presente, per proporre forme di divulgazione che non neghino la complessità del reale e non appiattiscano le spiegazioni, per riconnettere lo studio e l’insegnamento della storia alla passione civile, alla politica nel senso più antico e fondamentale del termine”.Monica Martinat ha studiato a Torino, dove si è laureata nel 1988, e si è addottorata a Parigi (ehess) nel 1994. Ha insegnato Storia moderna a Parigi-Nanterre e dal 2001 all’università di Lione. È autrice e curatrice di volumi editi in Francia e di numerosi articoli su riviste storiche (“Annales”, “Quaderni Storici”, “Storia Urbana”…).